top of page

Ubersetto 0 - 5 Consolata67: una sconfitta che impone ascolto

Angelo Lupone

26 ott 2025

Anche i più tenaci cadono. L’importante è rialzarsi

La settima giornata di campionato si chiude con una sconfitta netta per la Juniores U19 dell’AC Ubersetto. Il 5–0 subito contro la Consolata67 non è solo un risultato negativo: è un segnale chiaro che impone una riflessione profonda, tecnica e umana.

Dopo due prestazioni convincenti contro Lama e PGS, lo staff pensava che certi errori fossero stati superati. Invece, la gara contro la Consolata ha riportato in superficie fragilità che sembravano alle spalle. L’approccio è stato debole fin dai primi minuti, con difficoltà nel superare il pressing alto avversario e nel costruire gioco. I gol subiti sono arrivati su episodi evitabili: una punizione non trattenuta, una deviazione involontaria, un autogol. Nonostante due pali e una traversa, l’Ubersetto non è riuscito a concretizzare le occasioni create.

Il secondo tempo ha visto un tentativo di reazione con il passaggio a tre in difesa, ma la squadra non ha trovato continuità né fluidità. Gli esterni sono rimasti fuori dal gioco, il centrocampo ha faticato a costruire, e l’attacco non ha inciso. Solo la difesa ha retto finché ha potuto, con alcuni elementi che hanno mostrato spirito e sacrificio.

Ma il vero nodo della serata è emerso fuori dal campo. La concentrazione era bassa già negli spogliatoi. Alcuni atteggiamenti superficiali in panchina, la scarsa disponibilità al riscaldamento, e il rifiuto di entrare in campo negli ultimi minuti hanno evidenziato un malessere più profondo. L’arbitro stesso ha richiamato i ragazzi per comportamenti non consoni.

In questo contesto, anche un gesto che può apparire come altruismo va letto con attenzione. La scelta di rinunciare al posto da titolare per favorire compagni meno impiegati è certamente un segnale di sensibilità verso il gruppo, ma non ha risolto la partita né cambiato il clima dello spogliatoio. In una squadra, è fondamentale che le decisioni del mister vengano rispettate e non contraddette nel momento più delicato: lo spogliatoio. Il confronto è sano e necessario, ma deve avvenire prima o dopo la gara, non nel cuore della preparazione. Solo così si costruisce un ambiente coeso, dove ogni gesto – anche il più generoso – trova il suo spazio senza compromettere l’equilibrio collettivo.

Questo non è un problema tecnico. È un tema di appartenenza, di equità, di riconoscimento. E va affrontato con trasparenza e cura. Perché una squadra non è solo chi gioca: è chi si sente parte di un progetto.

La sconfitta contro la Consolata non è una pagina da dimenticare. È una pagina da leggere insieme, con lucidità e spirito costruttivo. Il percorso della Juniores è fatto di tappe, e ogni tappa – anche quella più difficile – può diventare occasione di crescita.

Ora serve riallinearsi. Serve ritrovare fame, rispetto e identità. Serve tornare a essere squadra.

bottom of page